Per ben introdurre il lettore alla comprensione delle composizioni presentate in questa puntata, è necessario porre alla sua attenzione qualche nozione storica preventiva:
1) in primis il rinnovamento del teatro che venne coltivato a Darmstadt negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra. Ciò che interessa rammentare è la novità apportata da Dieter Schnebel nell'ambito del teatro composto, ove cominciano a farsi strada seriamente i problemi legati allo studio delle interazioni della musica con le arti visive e perfomative. Schnebel individuò un tipo di composizione basata sul linguaggio del corpo e sul linguaggio del segno, dove poter applicare matrici di combinazioni create sulla sostanza serialista; dividendo il corpo umano in parti e movimenti, Schnebel enfatizzò un nuovo metodo di produzione del suono: salti, gesti, torsioni del busto venivano demandati ai musicisti che erano condotti su altro tipo di perfomance, una ginnica teatralità involontaria profusa dagli sforzi fisici, in grado di convergere verso un luogo dove far incontrare discipline diverse (musica, danza, teatro).
2) l'importanza del movimento fisico degli attori-musicisti o della musica così costruita: Schnebel intuì che un suono potesse essere immaginato dalle smorfie o dal tipo di atteggiamento profuso da colui che lo emette (su questa teoria oggi si è arrivati anche a complesse elaborazioni pratiche a disposizione dei non udenti); così come la musica strumentale ordinaria sviluppa una trama, anche il corpo e la vocalità possono veicolare tensioni, sentimenti o "nostalgie". Fu proprio una trama visiva che diede lo spunto ad Achille Perilli e Aldo Clementi l'idea di comporre Collage, un'azione scenica di natura astratta, in cui è la coreografia che porta con sè i segni, movimenti e significati dell'opera: senza ballerini o conduttori, con una serie di sovrapposizioni di luci, movimentazione di sagome e sculture mobili, Collage riparte dalle idee dei futuristi e dadaisti per costruire un aggiornamento interdisciplinare, che sia in grado di lasciarsi andare all'interpretazione dell'ascoltatore.
3) la particolarità dell'approccio con cui si affronta il legame della musica con la letteratura nel movimento newyorchese ed in particolare nell'opera di Morton Feldman, allorché affrontò la poesia di Beckett in Words and music. L'incontro tra la parola (sondata nelle sue sincopi espressive ed attoriali) ed un ensemble atonale di pochi elementi, è un modo per valorizzare i contenuti e sebbene i punti di vista possono essere vari e contrari, il lavoro di Feldman è utilissimo per mostrare i limiti di ciascun campo d'azione. Tuttavia è tragica la relazione degli assurdi di Beckett pensata da Feldman e non certamente solo esistenzialista.


Tuttavia il cd imposta in modo primario la composizione musicale delle due autrici in tandem, profusa per un reading a tre voci recitanti, con soprano, flauto, viola e percussioni, su testi di Rosario Diana ed altri autori organizzati dallo stesso Diana: Elogio della filosofia in forma di decalogo è reading letterario-musicale che condivide l'idea beckettiana della disgrazia accaduta all'uomo, impegnato dolorosamente nell'affrontare le vicissitudini di questo mondo. Tuttavia non ci sono suoi passi ma il pensiero composto di Diana, delle sue poesie, dei frammenti di testi altrui in varie lingue (Esopo, Kant, Descartes, Croce, Rorty, etc.) e di pezzi di Primo Levi (tratti da Se questo è un uomo), tutti elementi che si incrociano opportunamente in quel turbine di "verità" che si deve conquistare faticosamente, cercando di addivenire ad una consapevole conclusione; la musica resta rispettosa dei testi, inserendosi solo laddove bisogna aggravare la spettralità delle descrizioni, dando compito a flauto e viola (in modalità estensiva) di sostenere l'inevitabile stridore delle affermazioni filosofiche, mentre le percussioni restano inquisitive e corporali (ricorrendo anche a sfregamenti di pietre e catene agitate in vasi). C'è un fascino sottaciuto in questi anatemi esistenziali e d'altronde sulla forma-reading Diana ha scritto anche un saggio per la Mimesis Ed. nel 2015, che sarebbe interessante leggere.
Della Lorusso si apprezza anche il suo quartetto d'archi, In superficie, quasi cinque minuti di costante pericolo espressivo, interpretato dal Quartetto Prometeo e Con Moto, una composizione per fisarmonica e live electronics realizzata all'Ircam, che sviluppa le recenti scoperte della fisarmonica Xamp di Sotty e Vicens.
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*L'ensemble è composto da Bettina Berger (flauto), Anna D'Errico (piano), Andrea Nagy (clarinets), Agnieszka Koprowska (percussioni), Christophe Mathias (cello), Maiko Matsuoka (violino).
*L'ensemble è composto da Bettina Berger (flauto), Anna D'Errico (piano), Andrea Nagy (clarinets), Agnieszka Koprowska (percussioni), Christophe Mathias (cello), Maiko Matsuoka (violino).
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